Giorno 5, giovedì

Alle 8,20 lo squillo del telefono mi ha fatto uscire da un sonno profondo e ristoratore: Giovanna voleva sapere se stavo bene, sa che non ho l'abitudine di dormire al mattino.
Ma avevo già deciso ieri sera di prendermela comoda, solo che a lei non l'avevo detto.
L'avevo salutata verso le 22 mentendole perché non si agitasse, dicendole che ero già fermo in bungalow mentre invece ero ancora a un centinaio di chilometri.

Alle 11 sono partito in direzione Ifjord, sulla 98.
Strada magnifica che ora stanno trasformando in stradona, come del resto fanno ovunque.
Mi sono fermato a Ifjord per il primo pranzo del viaggio in cafeteria, il titolare mi ha consigliato una minestra a base di verdure tagliate a quadretti, brodo e carne in piccoli pezzi, cialde e burro, una marmellata, caffè.
Ripartendo sapevo che sarebbe piovuto, sentivo l'odore da un po'.
Finalmente frescura dopo tre giorni di caldo africano, zanzare, tafani (ho preso due pizzichi alla mano sinistra, uno ieri mentre facevo la sosta pranzo a bordo strada, uno oggi mentre caricavo i bagagli, ho una bella manona sinistra gigante).

Sosta a Lakselv per comprare prosciutto e pane, poi via verso la E69.
A Olderfjord camping saturo, andrò a Repvag, ho pensato, poi verso mezzanotte andrò a fare una foto alla moto davanti al cartello di CapoNord.

Invece dopo una ventina di chilometri un vento violentissimo a raffiche spaventose ha trasformato il mare in una cosa che non avevo mai visto, acqua che correva a velocità folle in superficie, tutto color bianco.
Dopo dieci chilometri da incosciente ho capito che non restava che rinunciare, ero incapace di proseguire, in balia del vento. 
Un camion di un cantiere vicino mi ha fatto da scudo per un centinaio di metri verso un punto meno esposto, ho messo la stampella e ho iniziato a mangiare una mela guardando il mare, preoccupato ma anche affascinato.
Una raffica improvvisa mi ha sbattuto con violenza dentro il fosso, per fortuna la moto è stata investita dal lato giusto.
Nelle due ore successive ho tenuto stretta la moto in contrasto al vento.
Appena ha cominciato a scemare po' il vento e il mare ha ripreso il suo colore sono tornato a Olderfjord, ma certo non avevo il coraggio di affrontare l'Altopiano verso Alta, sicuro di finire giù per la scarpata lato strada.

Rassegnato a passare la notte fuori, la tenda neppur pensarci, mi sarebbe volata, e a riparare nei gabinetti del camping in caso di pioggia, mi è venuto il lampo: tre km prima di Olderfjord sulla E6 avevo visto con la coda dell'occhio un piccolo cartello con la scritta Hytter, infatti ora sono al caldino in una piccola villa: soggiorno-cucina, camera matrimoniale, bagno pulitissimo, doccia bollente e potente ma non violenta

In genere la sistemazione in Hytter privati di abitanti del luogo è la più gradevole, la padrona, specie se anziana, ha in genere voglia di trattare bene l'ospite.
Se invece è giovane tanto meglio, anche l'occhio ha diritto alla sua parte.
E mi sono fatto la pasta con olio d'oliva, una quantità di prosciutto norvegese che dovrò bere litri d'acqua per quanto è salato e vista la fifa da vento violento uno dei miei formaggini da emergenza.

Domani è un altro giorno, spero senza troppo vento.

Il giro di oggi - km. 364                                              Domani ->